
L'attesa è lunga!
Il Napoli pareggia contro la Roma, mentre la Sampdoria batte il Lecce. Nulla di definitivo, sia chiaro. Nulla di matematico. Ma la sensazione è che da una parte cresca il coraggio e dall’altra si insinui un sottile ma pericoloso scoramento.
È bene sì… un passo falso è stato fatto!
Il Napoli pareggia contro la Roma, mentre la Sampdoria batte il Lecce. Nulla di definitivo, sia chiaro. Nulla di matematico. Ma la sensazione è che da una parte cresca il coraggio e dall’altra si insinui un sottile ma pericoloso scoramento.
La classifica ora si fa più interessante. La Samp dovrà compiere un’impresa: 9 punti nelle prossime – e ultime – 3 partite. Il Napoli, invece, potrà solo guardare, aspettare e vincere, aggrappandosi a quella vecchia, eterna, affascinante regola del calcio: "non si sa mai".
Per il resto, giornata abbastanza in linea con i pronostici. Qualche sbavatura, certo, qualche fatica di troppo qua e là, ma la maggior parte delle gare ha rispettato copione.
Unico vero neo? Un neo viola.
La Fiorentina, sotto 3 a 2 contro il Cagliari, ribalta clamorosamente la partita. Tutto merito di Daniele Terrone – ex Samp, Atalanta, Napoli e Milan – che piazza un “uno-due” fulmineo... senza nemmeno muoversi dal centrocampo! Una scarica elettrica nel cuore della partita, una scossa di quelle che fanno male a chi le subisce, ma benissimo a chi – come i viola – può guardare con più ottimismo alla prossima stagione. Al Cagliari la consolazione di aver giocato leggermente meglio la gara, forse la sconfitta è un po esagerata.
Chi invece ha dovuto ribaltare per necessità e non per sport è stato il Como. Sotto di ben tre reti contro un Empoli combattivo e aggressivo, ha avuto la forza di inseguire, pareggiare e infine vincere, in una partita che sembra più un romanzo sportivo che un semplice match.
E poi c'è il Sassuolo.
Torna, e lo fa a modo suo.
Non si accontenta di vincere. Deve lasciare il segno. Così infligge un pesantissimo – e forse eccessivo – 9 a 3 al Verona, che nulla può davanti a questa ondata di neroverde.
Il Venezia, invece, si disintegra.
Non pervenuto.
Troppi assenti, troppe scuse, troppe distrazioni? Fatto sta che il Torino ha vita fin troppo facile nel portarsi a casa tre punti che sembravano già scritti.
L’Inter, secondo calendario, avrebbe dovuto affrontare il Parma. Ma il Parma ormai è ritirato, e quindi…
Vittoria a tavolino.
E il Milan?
Ah, il Milan!
Sette gol. Non uno di meno.
È la squadra più anziana del torneo, e si vede. Non nelle gambe, ma nella lucidità, nell’esperienza e nella freddezza. Davanti, aveva il Bologna, la squadra più giovane di tutte. Ma i giovani, si sa, devono ancora imparare. E infatti segnano un solo gol, su tiro piazzato.
Ah… il calcio!
La Lazio vince di misura, 2-1.
Non è la solita Lazio, forse un po’ più sottotono, un po’ più concreta. Ma tanto basta per tenere testa a un Toro in vacanza, probabilmente già seduto in Piazza Vittorio a godersi il Po.
A “tavolino”, appunto... a non vincere è la Juve, ma – e mi permetto di scriverlo – con qualche minuto in più sarebbe finita diversamente. Sensazione condivisa da più di un osservatore. Ma nel calcio i minuti contano, eccome.
Come detto, pareggia il Napoli.
Pareggia contro una Roma fastidiosa e pungente, come sempre. Il Napoli, contro ogni pronostico, era in emergenza numerica. In panchina? Solo lui: Mister Rizzelli. Di Mister Ambrosecchia Neanche un mozzicone.
Nel frattempo, la Samp batteva il Lecce per 7 a 2, ignara del pareggio napoletano che avrebbe reso quella vittoria ancora più pesante in termini psicologici. Forse la più difficile della volata finale, e proprio per questo la più preziosa.
Tirata d’orecchie al Venezia, sparito dai radar. Inspiegabilmente senza elementi… e forse anche senza stimoli. Mah… su 34 partite, forse possiamo dire “può capitare”.
O forse no?
Nel frattempo, arriva anche il secondo trofeo stagionale per i blucerchiati: vincono la Murgia Champions Cup battendo ai rigori il Real Madrid Altamura, in campo neutro a Gravina.
Applausi e soddisfazione alle stelle. Un’altra coppa in bacheca e morale alle stelle per il rush finale.
Io mi fermo qui. Ma il campionato… è tutt’altro che finito!
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